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L’ultimo fine settimana sui campi di calcio si sono verificati due episodi che hanno portato per l’ennesima volta all’attenzione della popolazione sportiva e non il tema della tutela della salute degli atleti. Come noto la vicenda che ha visto coinvolto il difensore della Roma Evan N’Dicka, al momento, non ha evidenziato particolari criticità; ben diversa la sorte del giovane giocatore toscano Mattia Giani, deceduto in ospedale dopo avere accusato un malore in campo. Le ore successive agli eventi hanno visto il dottor Vincenzo Castelli, presidente della Fondazione Giorgio Castelli, chiamato in causa per la realizzazione di interviste su emittenti radiofoniche e su testate giornalistiche. Nei suoi interventi il sanitario, sulla base dell’esperienza maturata dalla creazione della Fondazione (2006), ha insistito sul rispetto della normativa vigente che prevede, nell’ottica della tutela della salute degli atleti, tra le altre cose, la presenza del defibrillatore anche durante gli allenamenti e del personale addestrato alle tecniche di rianimazione cardiopolmonare. Ha sottolineato la crescente sensibilità del mondo sportivo e non solo su questa problematica, sottolineando come non sia compito esclusivi dei sanitari l’intervento in caso di arresto cardiaco.